“Ammonizione del Signor Imperatore Carlo”
Abituate agli odierni discorsi politici, molte persone non hanno la minima idea di quale possa essere l’allocuzione di un capo di Stato veramente cattolico, quale fu per esempio Carlo Magno. Riproduciamo qui di seguito il suo discorso ai dignitari del regno alla chiusura del Consiglio Generale di Aquisgrana nell’802. Chiamato “Ammonizione del Signor Imperatore Carlo”, fu pronunciato in latino, lingua che Carlo Magno parlava correntemente. Esso contiene un vero “programma di governo”, fondamento di una civiltà cristiana in linea con la Città di Dio descritta da Santo Agostino.
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“Udite, fratelli, dilettissimi, siamo stati inviati qui per la vostra salvezza, per ammonirvi e dirvi come dovreste vivere in modo giusto e buono secondo Dio. Innanzi tutto vi esorto a credere in un solo Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Egli è un Dio unico e vero, perfetta Trinità e vera unità, Dio creatore di tutte le cose visibili e invisibili, nel quale è la nostra salvezza ed Egli è l’autore di tutti i nostri beni.
“Credete che il Figlio di Dio per la salvezza del mondo si è fatto uomo ed è nato per opera dello Spirito Santo dalla Vergine Maria. Credete che per la nostra salvezza ha subito la morte e il terzo giorno è risuscitato dai morti, è asceso ai cieli e siede alla destra di Dio. Credete che Egli verrà a giudicare i vivi e i morti e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere.
“Credete nell’unica Chiesa, cioè la comunità degli uomini buoni, diffusa su tutta la terra, e sappiate che potranno essere salvi ed appartengono al Regno di Dio soltanto quelli che perseverano fino alla fine nella fede, nella comunione e nella carità di questa Chiesa. Quelli invece che per i loro peccati sono scomunicati da questa Chiesa e non ritornano ad essa con la penitenza, non possono più fare in questa vita nulla che sia gradito a Dio.
“Abbiate fiducia che nel battesimo avete ricevuto la remissione di tutti i peccati, sperate dalla misericordia di Dio che i vostri peccati quotidiani vengano rimessi attraverso la confessione e la penitenza. Credete nella resurrezione di tutti i morti e nella vita eterna, e nell’eterno supplizio per gli empi.
“Questa dunque è la nostra fede, per mezzo di essa sarete salvi, se la custodirete fermamente e la adempirete con le opere buone, infatti ‘la fede senza le opere è morta’ e le opere, anche se buone, senza la fede non possono piacere a Dio. Prima di tutto quindi amate Dio onnipotente con tutto il cuore e con tutte le vostre forze e tutto ciò che sapete che piace a Dio, fatelo sempre, per quanto potete, con l’aiuto di Dio. Fuggite coloro che sono in contrasto con Dio. E ‘chi dice di amare Dio ma non osserva i Suoi comandamenti è bugiardo’.
“Amate i vostri prossimi come voi stessi e fate l’elemosina ai poveri secondo le vostre possibilità. Accogliete i viandanti nelle vostre case, visitate gli infermi e porgete misericordia a coloro che sono in carcere. In questa primavera non fate male a nessuno, per quanto potete, e non consentite con quelli che fanno il male. Non soltanto infatti coloro che lo fanno sono rei, ma anche coloro che sono consenzienti. E perdonatevi vicendevolmente i vostri peccati, come volete che Dio perdoni a voi a vostri peccati.
“Riscattate i prigionieri, aiutate quelli che sono oppressi ingiustamente, difendete le vedove e gli orfani. Giudicate con giustizia, non consentite alle iniquità, non serbate a lungo l’ira, evitate l’ebbrezza e i banchetti superflui. Siate umili e benigni tra voi, e servite fedelmente nostro Signore, non commettete furti e spergiuri e non consentite con quelli che li commettono. L’odio e l’invidia allontanano dal Regno di Dio, perciò riconciliatevi presto tra voi, nella pace. Peccare è umano, è angelico emendarsi, ma diabolico perseverare nel peccato.
“Difendete la Chiesa di Dio e venite in aiuto alla sua causa, affinché i sacerdoti di Dio possano sempre pregare per voi. Ricordatevi di quel che avete promesso a Dio nel battesimo: avete rinunciato al diavolo e alle su opere. Non vogliate tornare a quelle cose cui rinunciaste, ma rimanete piuttosto nel volere di Dio, come avete promesso, e amate Colui che vi ha creati e dal quale avete ricevuto ogni bene.
“Ciascuno serva fedelmente Dio nello stato in cui si trova. Le mogli siano sottomesse ai loro mariti, in bontà e pudicizia, e si guardino dalla fornicazione, dai sortilegi e dall’avidità di lucro, poiché coloro che fanno queste cose ripugnano a Dio. Esse nutrano i propri figli nel timore di Dio e facciano elemosine tanto quanto rende l’animo lieto e secondo la buona volontà. I mariti amino le loro mogli e non dicano loro parole brutte, governino la casa e vadano spesso in chiesa, piamente. Rendano agli uomini ciò che devono, senza mormorazioni, e rendano a Dio ciò che è di Dio, con buona volontà. I figli amino i loro genitori, li onorino e non disubbidiscano loro. Si guardino da furti, omicidi e fornicazioni, e quando raggiungono la maggiore età prendano legittima moglie, a meno che preferiscano entrare al servizio di Dio.
“I chierici e i canonici obbediscano diligentemente agli ordini dei loro vescovi, e non vadano vagando da luogo a luogo. Non si immischino negli affari secolari, vivano in castità, ascoltino spesso la lettura delle Sacre Scritture con cui Dio li esorta, compiano con diligenza i doveri ecclesiastici. I monaci mantengano ciò che promisero a Dio e non facciano alcunché se non ciò che comanda loro l’abate, e non cerchino di guadagnare con turpe lucro. Tengano a memoria la loro Regola e la osservino fermamente, conoscendo quell’insegnamento secondo cui è meglio non fare voto piuttosto che dopo averlo fatto, non osservarlo.
“I duchi, i conti e i magnati esercitino la giustizia sul popolo e siano misericordiosi verso i poveri. Non infrangano la giustizia in cambio di denaro e non condannino gli innocenti per odii personali. Tengano sempre a mente quella frase dell’Apostolo che dice: Tutti dovremo stare di fronte al tribunale di Cristo, perché ciascuno riceva secondo ciò che ha fatto, o il bene o il male. E il Signore stesso dice: Con il giudizio con cui giudicate sarete giudicati!. Cioè agite con misericordia per ricevere misericordia da Dio. Non vi è nulla di nascosto che non sarà conosciuto, nulla di velato che non verrà portato alla luce. E ancora, per ogni parola infondata renderemo conto nel giorno del giudizio.
“Cerchiamo dunque di fare tutto con il Suo aiuto, sì da poter piacere a Dio in tutte le nostre opere e affinché dopo questa vita presente possiamo meritare di gioire con i santi di Dio in eterno. Breve è questa vita e incerto il tempo della morte: che cosa dunque dobbiamo fare, se non essere sempre pronti? Pensiamo quanto sia terribile cadere nelle mani di Dio ! Ma chi confessa e suoi peccati e fa penitenza e fa elemosine, ebbene Dio è misericordioso e clemente. Se ci vedrà tornare a lui con tutto il cuore, subito avrà pietà di noi e userà con noi la sua misericordia; ci concederà in questo mondo una vita felice e la vita futura con i suoi santi in eterno.
“Che Dio vi custodisca, fratelli dilettissimi!”
(Carlo Magno.
Le Lettere, a cura di Dag Tessore, Città Nuova, Roma, 2001, pp. 79‑83.)
Chiesa e Impero nella visione di Carlo Magno
“Desidero stabilire con la vostra Beatitudine un’alleanza inviolabile di uguale fede e carità, in modo che, per la grazia che Dio ha donato alla vostra apostolica Santità, mi raggiunga ovunque la benedizione apostolica invocata per mezzo delle preghiere dei santi, e la santissima Sede della Chiesa Romana, per concessione di Dio, sia sempre difesa dalla nostra Devozione. A noi spetta, secondo l’aiuto della divina misericordia, difendere con le armi ovunque, all’esterno, la santa Chiesa di Cristo dall’incursione dei pagani e dalla devastazione degli infedeli, e all’interno fortificarla con il riconoscimento della fede cattolica. A Voi invece, Padre santissimo, spetta alzare – come Mosè – le mani a Dio per aiutare la nostra milizia, cosicché, con la vostra intercessione e grazie alla guida e alla concessione di Dio, il popolo cristiano riporti sempre ed ovunque vittoria sui nemici del Suo santo nome, e il nome del Signore nostro Gesù Cristo sia glorificato nel mondo intero”.
(Lettera al Papa S. Leone III, 796.)